Che cos'è la Protezione civile? Com'è organizzata? Come funziona?
L'idea più diffusa è a tutt'oggi quella di un'ente che si attiva in seguito a eventi disastrosi e segnala situazioni particolarmente critiche. In realtà gli ultimi trent'anni hanno visto un ripensamento complessivo della gestione delle emergenze, e hanno dato vita ad un sistema che si colloca all'avanguardia in Europa.
Il Sistema di Protezione civile italiano così come la intendiamo oggi, nasce dalla tragica esperienza dei terremoti del 1976 in Friuli e del 1980 in Irpinia. In queste occasioni apparve evidente che la buona volontà dei soccorritori non poteva in alcun modo sopperire alla mancanza di organizzazione, di informazioni e di risorse.
Nominato Commissario straordinario del Governo per questi eventi, Giuseppe Zamberletti, più tardi Ministro per la Protezione civile, viene spesso citato come padre della Protezione civile italiana, in virtù del grande impulso e del contributo che diede alla riflessione e all'iter legislativo che sfocia nella legge 225/1992.
La legge istituisce il Servizio Nazionale di Protezione Civile e ne definisce l’obiettivo: tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni derivanti dalle calamità naturali o da quelle causate dall’uomo.
La Protezione civile non è dunque un Ente, bensì una funzione pubblica alla quale concorrono tutte le componenti dell'apparato statale: dai comuni, che rappresentano l’autorità di base in caso di emergenza, all'amministrazione centrale attraverso il Dipartimento Nazionale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, passando per i vari livelli della pubblica amministrazione (Aggregazioni di comuni, Comunità montane e collinari, Province, Regioni).
Ma ad essere chiamati in causa sono anche i cittadini stessi, per tramite delle molte Associazioni di Volontariato, ma anche attraverso comportamenti responsabili e il rispetto delle regole di sicurezza. Per questo le componenti del Sistema sono tenute ad operare costantemente perché si sviluppi una cultura di Protezione civile.
La scelta di questo approccio garantisce un livello di coordinamento centrale unito ad una forte flessibilità operativa sul territorio attraverso il coinvolgimento degli Enti Locali, e si è dimostrata negli anni un modello vincente che ha reso il sistema italiano un interessante caso di studio per molti paesi.
La gestione dell'emergenza, vista come evento suddiviso in fasi, viene suddivisa dalla legislazione in tre ambiti di attività:
Previsione e prevenzione
Riguarda le attività finalizzate a conoscere i rischi che minacciano il territorio ("Previsione") e a ridurre ovunque possibile i danni derivanti da eventi calamitosi ("Prevenzione")
Soccorso
Sono le azioni tradizionalmente associate alla Protezione civile, l'intervento in seguito allo scatenarsi di un evento. Ciò che cambia è l'approccio: l'intervento non è più organizzato a posteriori, ma accuratamente pianificato e sperimentato con esercitazioni e simulazioni che consentono di avere a disposizione personale addestrato ed efficiente, oltre a portare alla luce le criticità e risolverle
Post-emergenza
Sono le attività volte al ripristino delle condizioni minime per la ripresa della vita ordinaria nelle zone colpite da calamità.